Commento al Vangelo della X Domenica del Tempo Ordinario Anno B (9 giugno 2024)

Impariamo a fare la volontà di Dio facendoci guidare dallo Spirito Santo!

In questa X Domenica del Tempo Ordinario, il Vangelo di Marco ci presenta un episodio significativo nella vita di Gesù: è accusato dagli scribi di essere posseduto da Satana, perché scaccia i demoni: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demoni per mezzo del capo dei demoni». Gesù, però, coglie l’occasione per riflettere sulla natura del male e sul vero significato della sua missione e, con calma e saggezza, li sbugiarda dimostrando l’assurdità delle loro accuse. Non si lascia turbare dalle loro calunnie e li invita a riflettere sulla loro stessa logica. Se Satana è diviso contro se stesso, come può scacciare un altro Satana? In realtà, Gesù sta smascherando l’ipocrisia degli scribi, che giudicano solo dalle apparenze e non riescono a cogliere la vera natura della sua opera.

L’evangelista Marco scrive che Gesù «li chiamò e con parabole diceva loro: “Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito”».  Gesù, dunque, non «è posseduto da uno spirito impuro», come dicevano. Anzi, Egli è colui che ha il potere di scacciarlo ed è venuto nel mondo per liberare l’umanità dal male e per rivelare l’amore di Dio Padre. La sua opera di liberazione dai demoni non deriva da una forza malvagia, ma dall’azione dello Spirito Santo. L’autore sacro annota che chiunque bestemmia contro lo Spirito Santo, dice Gesù, commette un peccato imperdonabile: «tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Ciò significa che il peccato contro lo Spirito Santo è il rifiuto ostinato della salvezza offerta da Dio.

Gesù, quando fa queste affermazioni, si trova in una casa circondato da una folla numerosa «tanto che non potevano neppure mangiare». I suoi familiari, preoccupati per la sua incolumità e per le voci che circolano su di lui, cercano di riportarlo a casa. San Marco, infatti, scrive che «giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo […] e gli dissero: “Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano”. Ma egli rispose loro: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: “Ecco mia madre e miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

Con questa affermazione, Gesù ridefinisce il concetto di famiglia, allargandolo a tutti coloro che si impegnano a seguire il suo insegnamento. La vera famiglia per Gesù, dunque, non si basa sui legami di sangue, ma è composta da tutti coloro che si impegnano a seguire e a fare la volontà del Padre.  E la volontà di Dio non è un insieme di regole da seguire, ma un invito ad amare e a donare la nostra vita per gli altri.

Questa pericope evangelica vuol farci comprendere che Gesù non nega l’esistenza del male, anzi, lo chiama “Beelzebùl”, il capo dei demoni. Ma il male non ha potere su di lui, perché Gesù è Figlio di Dio e possiede lo Spirito Santo. La sua missione è quella di liberare l’umanità dal male e dal peccato, e lo fa con la parola, con i miracoli e con il sacrificio della sua vita.

Ebbene, lo scontro che Gesù è deciso a sostenere non è contro uomini o poteri umani, ma contro il nemico di Dio e dell’uomo, Satana. Chi vuole resistere a questo nemico rimanendo fedele a Dio e al bene deve necessariamente affrontare incomprensioni e qualche volta vere e proprie persecuzioni. Perciò, quanti intendono seguire Gesù e impegnarsi senza compromessi per la verità devono sapere che incontreranno opposizioni e diventeranno, loro malgrado, segno di divisione tra le persone, addirittura all’interno delle loro stesse famiglie. L’amore per i genitori infatti è un comandamento sacro, ma per essere vissuto in modo autentico non può mai essere anteposto all’amore di Dio e di Cristo. In tal modo, sulle orme del Signore Gesù, i cristiani diventano “strumenti della sua pace”, secondo la celebre espressione di san Francesco d’Assisi. Non di una pace inconsistente e apparente, ma reale, perseguita con coraggio e tenacia nel quotidiano impegno di vincere il male con il bene (cfr Rm 12,21) e pagando di persona il prezzo che questo comporta.

La Vergine Maria, Regina della Pace, ha condiviso fino al martirio dell’anima la lotta del suo Figlio Gesù contro il Maligno, e continua a condividerla sino alla fine dei tempi. Invochiamo la sua materna intercessione, perché ci aiuti ad essere sempre testimoni della pace di Cristo, mai scendendo a compromessi con il male, ci doni la grazia di ascoltare e di mettere in pratica la Parola di Cristo Gesù, che è venuto nel mondo per liberarci dal male e dal peccato, e ci aiuti a custodire sempre lo Spirito Santo nei nostri cuori. Amen!

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