Questa volta a causa principalmente della molta gente accorsa a Fatima per la festa di Sant’Antonio, la notizia delle celesti manifestazioni oltrepassò i confini della parrocchia e si sparse largamente nei dintorni. A Fatima si può dire che era l’argomento favorito di tutte le conversazioni. Alcuni che conoscevano meglio i piccoli veggenti e non potevano dubitare della loro schiettezza, ammettevano la realtà delle apparizioni. I più si mostravano scettici o addirittura ostili. Fra questi era tutto il clero, e specialmente il Reverendo Manuel Marques Ferreira, parroco di Fatima (1914-1919) il quale, prendendo prudentemente tutte le misure per seguire da vicino lo svolgersi degli avvenimenti non dissimulava le sue convinzioni del tutto contrarie.
Perciò in casa dei veggenti crescevano le apprensioni. I signori Marto, sebbene convinti della sincerità dei loro figliuoli, si domandavano se non fossero essi vittime di qualche illusione…
Un giorno la madre disse loro: “Badate che io ve le suono di santa ragione perché voi ingannate la gente. Per colpa vostra vanno molti alla Cova da Iria”. Ma i bambini seppero difendersi: “Noi non obblighiamo nessuno ad andare. Ci va chi vuole, chi non vuole non ci va; noi vi andiamo. Chi poi non vuole credere, si aspetti il castigo di Dio. Ed anche tu, mamma, se non ci credi, il Signore ti può castigare…”. Per questa volta era scongiurato il temporale.
La madre di Lucia però non disarmava tanto facilmente. Ognor più convinta che la figlia fosse imbrogliona, che ingannasse mezzo mondo, la sgridava e la batteva per ogni piccola cosa, tanto che il parroco dovette intervenire raccomandando moderazione.
Quando verso la metà di giugno l’invitò a presentarsi da lui con la figlia, “mia madre – scrive Lucia – si sentì sollevata, credendo che il signor Prevosto avrebbe preso su di sé tutta la responsabilità degli avvenimenti, perciò mi disse: “Domattina andremo a sentire la messa, poi andrai dal signor Prevosto. Ch’egli ti castighi, faccia quel che vuole; purché ti obblighi a confessare che ha mentito, io sono contenta”. Le mie sorelle presero il partito di mia madre ed inventarono minacce senza fine per atterrirmi con l’intervista del parroco…
Informai Giacinta e Francesco di quel che accadeva ed essi mi risposero: “Noi pure vi andremo: il signor Prevosto ha fatto dire a nostra madre di condurci da lui, ma ella non ci ha detto nulla di tutto questo. Pazienza! Se ci battono, soffriremo per amore di Nostro Signore e per i peccatori”.
Il giorno seguente, continua Lucia, “andai con mia madre dal Prevosto; ella per strada non mi disse nemmeno una parola. Durante la messa offrii al Signore le mie pene… Salendo poi la scala che conduce alla canonica mia madre mi disse:
“Non mi seccare più! Di’ al signor Prevosto che mentite, affinché egli domenica prossima possa disingannare il popolo e così farla finita. Possibile che tutti abbiano da correre alla Cova da Iria per pregare dinanzi a un elce!”. E senz’altro picchiò alla porta. Il parroco, contrariamente a quanto facevano temere le minacce di mia madre e delle mie sorelle, mi ricevette con affabilità e con tutta calma mi interrogò su quanto era accaduto. Poi concluse ponderatamente: “Non mi sembra che venga dal cielo. Per lo più Nostro Signore, quando si comunica alle anime, comanda loro di rendere conto di tutto ai confessori o ai parroci; questa fanciulla invece si chiude nel suo silenzio. Potrebbe essere inganno del diavolo. Il futuro svelerà il vero”.
“Quanto questa riflessione mi abbia fatto soffrire soltanto Nostro Signore lo sa – afferma Lucia – Cominciai a dubitare, se quelle manifestazioni non venissero dal demonio, che voleva perdermi. Manifestai i miei dubbi ai cugini e Giacinta rispose: “Non è il demonio! Non lo è. Il demonio dicono che è tanto brutto e sta sotto terra, nell’inferno. Quella Signora, invece, è tanto bella e noi l’abbiam vista salire in cielo!”. Nostro Signore si servì di queste parole per far svanire alquanto i mie dubbi”. Ma nel decorso del mese e nell’atmosfera di casa sua le ripresero i timori e Lucia pensò di non tornare più alla Cova da Iria. Anzi perdette l’entusiasmo per la mortificazione ed i sacrifizi e si domandava se non sarebbe stato meglio dire che aveva mentito e così farla finita una buona volta. Ma i cugini la dissuasero: “Non fare tale cosa! Non vedi che proprio ora diresti una bugia e la bugia è peccato?”.
In questo stato d’animo fece un sogno che aumentò ancora le tenebre del suo spirito: “Ho visto il demonio che, sghignazzando per avermi ingannata, voleva trascinarmi all’inferno. Vedendomi fra i suoi artigli, gridai invocando la Madonna, così forte che mia madre si svegliò ed afflitta domandò che avessi. Non ricordo che cosa abbia risposto: ma ricordo benissimo che in tutta quella notte non potei più dormire, rimanendo paralizzata dal terrore”.
E il terrore diventò come un’atmosfera che l’avvolgeva. L’unico suo sollievo era nascondersi in qualche angolo solitario ed ivi piangere dirottamente indisturbata. L’annoiava perfino la compagnia dei cugini, e più volte, quando essi la cercavano, si nascondeva, e, se chiamata, anche vicinissima non rispondeva.
Il 12 luglio, verso sera, vedendo che cominciava a radunarsi molta gente per assistere agli avvenimenti del giorno seguente, partecipò ai cugini la presa risoluzione di non andarvi. Essi risposero: “Noi andiamo. Quella Signora ci ha comandato di andare …. Semmai parlerò io con Lei (soggiunse Giacinta la quale scoppiò in pianto)”.
– Perché piangi?
– Perché tu non vuoi venire …
– No! Non vengo! Se quella Signora domanderà di me, ditele che non son venuta perché temevo che fosse il diavolo.
E lasciandoli bruscamente, corse a nascondersi anche per sfuggire le molte persone che la cercavano.
Ma il giorno seguente, avvicinandosi l’ora in cui dovevano partire, si sentì all’improvviso spinta da una forza sovrumana, alla quale non poteva resistere. Andò dai cugini, che trovò nella loro cameruccia, in ginocchio, piangendo e pregando.
– Ma come? Non siete andati? è ora.
– Senza di te non abbiamo avuto il coraggio di andare.
– Io sono già in cammino … E tutti e tre si avviarono.
La gente era tanta che a stento poterono arrivare fino all’elce. Infatti nel giorno 13 luglio accorsero alla Cova da Iria più di 2000 persone; 4000 o anche 5000 secondo altri.
Il padre di Francesco e di Giacinta, Manuel Marto, è presente accanto ai figli; la madre di Lucia, Maria Rosa dos Santos, assiste da lontano per non farsi riconoscere.
Lucia scrive nella IV Memoria:
– Che cosa volete da noi ? Le chiesi.
Poco tempo dopo che eravamo arrivati alla Cova da Iria, presso il leccio, in mezzo ad una grande folla, recitando il rosario, vedemmo il riflesso della solita luce, poi la Madonna sul leccio.
– Voglio che veniate qui il 13 del mese prossimo, che si continui a recitare il rosario tutti i giorni in onore di Nostra Signora del Rosario, per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra, perché Lei sola può soccorrervi.
– Vorrei domandarvi chi siete e di fare un miracolo perché tutti credano che ci apparite.
– Si continui a venire qui tutti i mesi. Al mese di ottobre dirò chi sono, quello che voglio e farò un miracolo che tutti potranno vedere per credere.
A questo punto formulai alcune domande [alla Madonna]; non ricordo quali. Quello che ricordo è che la Madonna disse che bisognava recitare il rosario per ottenere queste grazie durante l’anno. Essa poi continuò:
– Sacrificatevi per i peccatori e dite spesso, specialmente quando fate un sacrificio: O Gesù è per amor vostro, per la conversione dei peccatori, ed in riparazione per i peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria.
Dicendo queste ultime parole aprì di nuovo le mani come aveva fatto il mese precedente.
Il riflesso [della luce] parve penetrare nella terra e vedemmo come un oceano di fuoco. Immersi in quel fuoco [vedevamo] i demoni e le anime. [Queste] erano come bragia trasparente, nera o bronzea, e avevano forma umana. Erano come sospese in questo incendio, sollevate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nubi di fumo. [E poi ] ricadevano da ogni parte, come le scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, in mezzo a grida e gemiti di dolore e di disperazione che facevano orrore e tremare di paura. (È alla vista di questo spettacolo che devo aver lanciato quel grido “Ahi” che si dice aver inteso da parte mia). I demoni si distinguevano [dalle anime dannate] per le forme orribili e ripugnanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti, come dei neri carboni trasformati in bragia.
Questa visione non durò che un momento, grazie alla nostra buona Madre Celeste che nella prima apparizione ci aveva promesso di portarci in Cielo, senza di che credo che saremmo morti di spavento e di paura. Spaventati e come per chiedere soccorso abbiamo alzati gli occhi verso la Madonna che ci disse con bontà e tristezza:
– Avete visto l’Inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarli Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se si fa quello che vi dico molte anime si salveranno, ci sarà la pace.
La guerra finirà[1]. Ma se non si cessa di offendere Dio allora sotto il regno di Pio XI[2] ne comincerà un’altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta allora sappiate che è il grande segno che Iddio vi dà[3] che sta per punire il mondo dei suoi delitti per mezzo della guerra, della carestia e delle persecuzioni contro la Chiesa e il Santo Padre. Per impedirlo verrò a chiedere la conversione della Russia al mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice dei primi sabati del mese. Se si darà ascolto alle mie richieste allora la Russia si convertirà e ci sarà la pace, altrimenti la Russia diffonderà i suoi errori per tutto il mondo, provocando guerre e persecuzioni contro la Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, parecchie nazioni saranno annientate. Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia che si convertirà e sarà concesso al mondo un certo periodo di pace. Nel Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede, ecc... Questo non ditelo a nessuno; a Francesco, sì, potete dirlo.
Quando reciterete il rosario dite dopo ogni decina: O Gesù mio, perdonate le nostre colpe, salvateci dal fuoco dell’Inferno, conducete in cielo tutte le anime, e soccorrete specialmente le più bisognose [della vostra misericordia].
Seguì un istante di silenzio, e poi io domandai :
– Vostra Grazia, non mi domandate niente di più?
– No, per oggi non ti chiedo altro.
E, come le altre volte, cominciò ad innalzarsi in direzione del levante fino al momento in cui disparve nell’immensità del firmamento.
Il terzo segreto
(come rivelato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 2000)
Scrivo in atto di obbedienza a Voi mio Dio, che me lo comandate per mezzo di sua Ecc.za Rev.ma il Signor Vescovo di Leiria e della Vostra e mia Santissima Madre.
Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio.
Tuy-3-1-1944
FONTI
L. Gonzaga da Fonseca sj, Le meraviglie di Fatima, Roma, 24° ed., 1979
http://www.reginamundi.info
[1] La Prima Guerra Mondiale (1914-1918).
[2] Lucia è convinta che l’Apparizione nominò il Papa che avrebbe dovuto vedere il principio della nuova guerra, e aggiunge che “essi (i piccoli veggenti) allora sapevano chi era il Papa e molto meno ne conoscevano il nome; perciò a stento capivano le parole dell’Apparizione che tanto più impresse rimasero nella [loro] memoria”. Alla difficoltà che la guerra non incominciò sotto Pio XI, bensì dopo la sua morte, non dà importanza; perché essa vede il vero principio delle ostilità nel momento in cui Hitler iniziò l’esecuzione dei suoi piani di conquista. Tanto è vero che quando si fece l’accordo di Monaco “mentre tutti respiravano, pensando che la guerra fosse stata già scongiurata, essa al contrario si rattristava, convinta che la guerra era già in corso”.
[3] Lucia credette di ravvisare “il grande segno di Dio” nella straordinaria aurora boreale che illuminò il cielo la notte del 26 gennaio 1938.
(a cura di Giuliano Zoroddu)